domenica 14 giugno 2009

mercoledì 22 aprile 2009

Partnership al progetto_

Partnership_
DOMENICO DE MASI
Docente universitario presso l'Ateneo della Sapienza di Roma si occupa soprattutto d'alcuni aspetti sociologici specifici, quali la sociologia del lavoro, quella urbana ed infine la sociologia applicata ai sistemi d'ampie dimensioni. Accorto conoscitore delle dinamiche legate al lavoro italiano, è un propugnatore dell'introduzione in Italia del telelavoro; è infatti presidente della Sit, Società italiana per il telelavoro. Ha fondato la S3-Studium, Scuola di specializzazione in Scienze organizzative, di cui è direttore scientifico. E' direttore della rivista Next. Strumenti per l'innovazione. Past-president nazionale dell'Aif, Associazione italiana formatori, e dell'In/Arch, Istituto nazionale di Architettura, dirige per l'editore Franco Angeli la collana "La Società" e collabora con quotidiani e periodici.

( http://www.domenicodemasi.it/home2.html )

Sostenitore del progetto_
ENRICO COCUCCIONI
Senior Broadcast Designer, pubblicista, docente di comunicazione visiva. Attento conoscitore di arte e nuovi media, Graphic design e fotografia dirige una rivista online di arte design e nuovi media: "La Critica".

( http://www.lacritica.net/ )


Breve intervista a Enrico Cocuccioni che spiega il perchè del suo interessamento al progetto "Sound and vision":

- Qual è la sua professione e qual è la sua sfera di interesse ?
Lavoro nel campo della videografica. Sono interessato da molto tempo ai rapporti tra arte, design e nuovi media ( http://www.lacritica.net )


- Perchè ha scelto di sostenere il progetto "Sound and Vision" ?
Il tema stesso del progetto suscita in me una particolare attenzione legata ovviamente alla sfera dei miei interessi prevalenti, sia teorici che professionali....


- Quali sono, secondo lei, le criticità riscontrate fin ora in questo progetto ?
Nel complesso non ho obiezioni sul metodo adottato (per ora non saprei entrare nel merito delle singole decisioni progettuali...)


- Secondo lei Roma ha bisogno di una struttura che valorizzi la creatività dei suoi giovani ? Il progetto potrebbe essere la risposta a questa esigenza ? e perchè ?

Sì, perché Roma è una città che tende a "rimuovere" la necessità di progettare il proprio futuro e questa iniziativa potrebbe costituire uno stimolo per favorire tale auspicabile rinnovamento culturale e artistico...

sabato 18 aprile 2009

Partnership al Progetto / Contesto _Sociale

L'UNIONE FA LA FORZA.
Oltre le varie parthership interessate ai singoli progetti abbiamo pensato di creare una parthership anche tra UrbanVoids. Ed ecco che quindi: 10.urbanvoids (Rosamaria Faralli), 11.urbanvoids (Elisa Leoncini), 12.urbanvoids (Laura Giannuzzi) collaborano per creare una città nella città utilizzando principalmente la capacità dell’architettura e degli elementi decorativi per favorire la riqualificazione urbana. L'area presa in esame, infatti, risulta molto degradata ed abbandonata, ed è per questo che occorre una vera e propria collaborazione tra progettisti, per contrastare ed eliminare i problemi presenti all'interno dell'area, in modo tale da riuscire ad incanalare flussi di persone anche in questa zona che ora risultano "intimoriti" dalla condizione di abbandono.
Secondo i da
ti racconlti dal comune di Roma, la popolazione del IX municipio risulta divisa in questo modo:

-Popolazione residente 134.078
-Superficie in Kmq: 8,1
-Numero famiglie 64.482
-Insediamenti nomadi: 1

-0 - 19 anni: 18.688
-20 - 49 anni: 56.311
-50 - 69 anni: 34.999
-oltre 70 anni: 24.080
-stranieri residenti: 6.007
-stranieri minori: 790
-nomadi censiti: 41

Come si può notare dai dati la popolazione che risiede in questo municipio è molto numerosa e principalmente giovane. Lidea è quindi di creare questa città nella città dove viene offerta, ai residenti, ma non solo, una "boccata d'aria", attraverso l'arte e la natura che entrano in gioco insieme.

Contesto _Ambientale

martedì 14 aprile 2009

Programma d'uso_



contesto luogo_


Griglia 1

Griglia 2

Griglia 2 _variabile

martedì 24 marzo 2009

Un progetto in cerca di _TITOLO


TITOLO: Sound and Vision

Sound and Vision
David Bowie, Low, 1997

Don't you wonder sometimes
'Bout sound and vision

Blue, blue, electric blue
That's the colour of my room
Where I will live
Blue, blue

[...]

I will sit right down,
Waiting for the gift of sound and vision


SOTTOTITOLO: Il cuore di una città senza centro. La periferia di un impero senza Dei.

Si ridefiniscono ogni giorno i confini di una città sempre più tentacolare che fagocita al suo interno nuovi spazi, nuovi abitanti, nuove culture. Il centro è sepre più distante. Non più riconoscibile.
Nelle periferie dell'impero gli Dei sono tutti caduti, resta l'uomo comune, della strada, colui che può essere re per una notte (solo per una notte).
Il progetto propone di realizzare un luogo che possa essere un "cuore" non perchè sta al centro, ma perchè pulsa. Un spazio dove scesi dall'olimpo ci guardiamo e siamo tutti uguali.

lunedì 23 marzo 2009

domenica 22 marzo 2009

White_Room

Uno spazio vuoto non è l'assenza di coordinate, ma l'espressione delle infinite possibilità di trasformazione. Attraverso un allestimento scenico di strutture mobili, giochi di specchi e visioni simultanee gli utenti/performers potranno abitare lo sazio facendolo proprio. Un luogo che si lascerà trasformare diventando di volta in volta, teatro di rappresentazioni o concerti live, luogo di incontri, library caffè, spazio espositivo. Le pareti saranno specchi che celano schermi interattivi e proiettano video o immagini di atmosfera.



"In un certo senso, i non-luoghi e le immagini sono saturi di umanità: prodotti da uomini, frequentati da uomini, ma da uomini esclusi dalle loro relazioni reciproche, dalla loro esistenza simbolica. Sono spazi che non si coniugano né al passato, né al futuro, bensì al presente, senza nostalgia né speranza. Richiedono uno sguardo e una parola; uno sguardo per ricostituire una relazione minima che renda loro una dimensione simbolica, sociale; una parola che li integri in un racconto. [...] Il non luogo è un'immensa parentesi, l'infinita periferia di una città senza centro e senza figura" (Marc Augè)

venerdì 20 marzo 2009

martedì 17 marzo 2009

Musica _Arte _Multi-Media

Living:
- stanze per ospitare gli artisti
Creating:
- sale prova
Exchange:
- salotto cittadino
- sale espositive (sperimentazioni artistiche,giochi visuali, istallazioni multimediali interattive, videoarte)
- caffè (internet & library caffè)
Infrastrutturing:
- parcheggio privato
- parcheggio taxi

- navette notturne

Concept del progetto _Un passo avanti

Night Life

L'idea del mio progetto era quella di realizzare (...) un'architettura fatta di spazi dinamici specchio di una società che in continuo movimento, una società che vive anche di notte e che ha bisogno di nuovi spazi di aggregazione (...).
Discutendone in classe con gli architetti si è cercato di dare una connotazione più precisa a questa idea e di collocarla in uno spazio temporale ben definito.
Il concept diventa quello della "vita notturna" la realizzazione di questo progetto punterà a una precisa tipologia di utente, i giovani che vivono di notte.
Pensando ad un utente in particolare per il mio progetto mi è venuto subito in mente Dawid Bowie.

Stralci delle sue canzioni:



"(...) Ero completamente affascinato dalla mia città. Mi piaceva vederla evolversi, andava tutto così veloce. Nello spazio di una notte,una strada poteva cambiare completamente di stile (...)"

Considerazioni tratte da un'intervista da lui rilasciata e dalla lettura dei suoi testi.

Bowie vedeva Londra come una reazione alla mediocrità della sua periferia, alla sua vita noiosa, al suo tedio. Non c'era nulla da fare. Era un sollievo potere raggiungere Londra, dove nei piccoli club mettevano su i Rolling Stones, i Trident o gli Yardbirds. Ci andava con George Underwood, il suo complice, avevano quindici anni, maniaci di rhythm'n'blues. Molto precoci nei loro gusti musicali, ogni volta erano sempre i più giovani. A tredici anni nei club locali o a quindici nelle discoteche di Londra.
Bowie andava nei locali per vedere e capire quello che capitava. Ci andava sia per l'esperienza sia per "riempirsi" le orecchie, per il volume alto, per ascoltare Georgie Fame, per scoprire il jazz.
Dice "era bello passare accanto ad una nuova moda che stava per nascere".
Da questa affermazione si capisce la sua "attenzione" verso il nuovo, era affascinato da tutto ciò che era arte.Da ragazzo, impazziva per il music-hall, lo affascinava. Il suo primo spettacolo, prima dei concerti di rock'n'roll, è stato Cabaret, con Judie Dentch. Le luci erano magnifiche, tutte bianche. Anni più avanti, le ha utilizzate per lo Station To Station Tour…Non sapeva che si chiamasse "illuminazione brechtiana". Per lui non erano che spot molto bianchi, che illuminavano dai lati del palcoscenico invece che dall'alto. Per lui è stato molto eccitante scoprire un altro mondo. Da lì si è aperto tutto un mondo. Gli piaceva il lato da clown triste del "music-hall", si era sempre sentito vicino a Charlie Chaplin, al Pierrot che interpretava Lindsay Kemp.



Con il termine music-hall ci si riferisce ad un genere di spettacolo teatrale e musicale dal vivo che fu popolare nella Gran Bretagna tra gli inizi del XIX secolo e la metà del XX. Per estensione, con lo stesso termine si indicano sia gli edifici che ospitavano spettacoli appartenenti al genere del music-hall sia i componimenti musicali che li accompagnavano. Il music-hall è specificatamente uno spettacolo di arte varia ravvicinabile per genere e genesi al café-chantant ed al varietà: si tratta, infatti, di un genere popolare che presentava in luoghi non convenzionali come pub, ristoranti e solo in seguito teatri, numeri di arte varia eseguiti da diversi artisti come mimi, cantanti, musicisti e così via.




Per tali ragioni David bowie potrebbe essere l'utente per eccellenza del mio progetto, che si configura come una rivisitazione in chiave moderna del music-hall.
Il salotto cittadino sarà attrezzato per ospitare spettacoli di ogni genere, ogni piano dell'edificio sarà adibito ad una diversa tipologia funzionale (dalla sala espositiva per i giovani emergenti al library caffè per gli amanti del genere). Il progetto sarà integrato inoltre di un piccolo "hotel", delle stanze dove verranno ospiatati gli artisti.


domenica 15 marzo 2009

Visioni _Simultanee

Tra reale e virtuale

Link del video: http://www.youtube.com/watch?v=TFUrqkL-7m4

L’inizio del film Blade Runner, con il grattacielo sulle cui vetrate interattive viene continuamente riproposta l’immagine macroscopica di un’orientale, ci introduce al concetto delle media-facede, una delle frontiere dell’architettura contemporanea, anche con la creazione di superfici interattive che contribuiscono a creare uno spazio architettonico e urbano che dialoga direttamente con i suoi fruitori.

Sono ormai numerosi i progetti in cui la facciata assume valenza mediatica. Il Media building Pirelli a Milano (Ranaulo), l'Eginardo building (Ranaulo), il Light Breath “Unidufour” di Geneva _Switzerland (Ranaulo), la Galleria West Shopping Centre in Seoul _Korea (Ben van Berkel of UN Studio in association with Arup Lighting in Amsterdam), Liquid square (Ranaulo) sono solo alcuni dei numerosi esempi di integrazione fra architettura, progetto comunicativo e allestimento commerciale.

Se Blade Runner è un esempio di avanguardia di quello che l'architettura poteva esprimere, in Mnority Report si fantastica sulle possibilità di un'architettura non solo interattiva, ma anche personalizzata sui gusti e i consumi degli utenti.

Una nuova soglia dell'architettura?


sabato 14 marzo 2009

Virtual _Graffiti



Urban art _dai graffiti al virtuale

venerdì 13 marzo 2009

1. Urban Voids _Concept del progetto

L'idea è quella di realizzare un centro polifunzionale, un’architettura fatta di spazi dinamici specchio di una società che si muove in modo dinamico, una società che vive anche di notte e che ha bisogno di nuovi luoghi di aggregazione. Per tale motivo ho pensato quest'architettura come un edificio che si affacci su una piazza ("salotto cittadino").
[Il progetto architettonico potrebbe essere inserito nell'ipotetico progetto urbano del green hall.]

Il concept alla base del progetto è "l'interazione", intesa come interattività tra divesi elementi.
Interazione tra i cittadini: parte dell'area assolverà il ruolo di un "salotto cittadino" in modo da poter permettere il contatto tra la gente.

Interazione tra città e cittadino: il cittadino non è un elemento passivo ma partecipa e interagisce con il contesto urbano.
Interazine tra funzioni: trattandosi di un edificio polifunzionale l'interazione tra le funzioni è implicità nell'idea stessa di progetto.


Le funzione prevalente del progetto riguarderà la component
e "exchange" in modo da garantire " l'interazione" di cui parlavo sopra. Una percentuale abbastanza elevata potrebbe riguardare anche il rebuild nature. Il corridoio, idea precedentemente postata,potrebbe agganciarsi al progetto e ramificarsi nel salotto cittadino, creando così una continuità tra interno ed esterno, tra il singolo progetto e il contesto urbano in cui è inserito.

Una minima percentuale sarà dedica al living in quanto il progetto è già inserito in un contesto residenziale.
Le restanti due componenti, quella del creating e dell'infrastrutturing svolgera
no un ruolo importante con percentuali equilibrate.


Progetto di _Riferimento



Mediateca di Stendai
tra trasparenza e fluidità


Il progetto di riferimento che propongo è la mediateca di Toyo Ito. I motivi sono i seguenti:
La struttura, nata per ospitare attività culturali e ricreative è caratterizzata da una forte flessibilità funzionale degli spazi interni.
Le funzioni, ognuna delle quali caratterizzata da colori forme e materiali diversi, sono sono state suddivise piano per piano in modo da creare una sorta di stratificazione visibile dall'esterno grazie alla trasparenza della struttura.
Quest'ultima infatti viene privata dell'involucro e si apre all'ambiente esterno mostrandone le trame interne come un bosco fitto di alberi.
L'edificio è un luogo, un oggetto, uno spaccato sul quale poter vedere la nostra società. Società e realtà sono in un continuo movimento. Affascinante risulta il tentativo di farlo interagire, muovere con quello che lo circonda che è la nostra società, cosmopolita, indefinibile, senza strutture, invisibile. L'architettura diventa scoprire questo invisibile attraverso la trasparenza, l'immaterialità.
L'architettura risponde inoltre ad una contemporanea esigenza di innovazione, che non ha confini.

Parole chiave del progetto: fluidità; movimento; interazione; trasparenza; leggerezza; natura; innovazione.


lunedì 9 marzo 2009

_Green Hall_

Durante l'analisi dell'impianto urbanistico, in prossimità della prima area di studio, ha attirato la mia attenzione l'asse marcato di via Cesare Baronio che collega il vuoto urbano dell'ex deposito Stefer al Parco della Caffarella. Su questo asse si collocano diverse zone verdi tra cui la seconda area di studio (un parco di quartiere).
Da qui nasce la mia prima ipotesi progettuale: la realizzazione di un "corridoio verde" che colleghi il Parco della Caffarella all'area dell'ex deposito mediante un sistema di piste pedonali_ciclabili. Non si tratta di un corridoio ecologico, ma di un sistema di verde configurato e attrezzato che funga da collegamento e integri le due aree [urban voids 1 e urban voids 2] nello stesso disegno progettuale.

Individuazione dell'asse

1_Urban Voids n°1
2_Urban Voids n°2
3_Parco della Caffarella


Corridoio Verde

domenica 8 marzo 2009

_1.Urban Voids_






Area di studio_ 1.Urban Voids
T1. Tavola di inquadramento
T2. Tavola di analisi ambientale

_ 3 Urban Voids_


L'analisi preliminare degli Urban Voids in base ad un primo sopralluogo e ad uno studio di questi sul nuovo piano regolatore mi ha portata a scegliere i seguenti che sono soggetti a 3 diversi tipi trasformabilità:

1. urban voids: l'edificio dismesso (ex deposito stefer) è stato oggetto per molti anni di proposte di rinnovo urbano. A oggi l'area è soggetta a lavori per la realizzazione di un centro commerciale ed è infatti indicata dal piano regolatore come area destinata a servizi urbani.

14. urban voids: l'area del mercato viene indicata dal prg come un servizio di livello locale soggetto ad esproprio. Tale area potrebbe quindi essere soggetta a cambio di destinazione d'uso.

18. urban voids: l'area Via degli Angeli (isolato via dei Quintili/via degli Arvali) è individuata dal nuovo prg come facente parte della città della trasformazione ed è quindi soggetta a riqualificazione urbana (modifiche del disegno del suolo richieste soprattutto dall'inserimento, spostamento o ampliamento di attrezzature per servizi, verde pubblico e infrastrutture).