mercoledì 24 marzo 2010

Di cento_ in 100

Dalla prospettiva alla "perdita del centro", dal plastico al 3D

Di 100 anni in 100 così muta lo scenario architettonico nel corso dei secoli.
Il Rinascimento segna la rottura con il medioevo e da vita a concezioni filosofiche lettererie e artistiche differenti.
L'architettura cambia faccia o meglio dimensioni ponendo al centro l'uomo. Nasce la prospettiva "simbolo di un mondo unitario e controllabile"
Ma di 100 in cento si cambia scenario, da Brunelleschi a Michelangelo, così la prospettiva si perde nel caos delle tensioni architettoniche.
Dal rinascimento ad oggi cambiano i modelli di rappresentazione, se prima era il plastico la rappresentazione in scala ridotta dell'archutettura oggi lo è il 3D, la rivoluzione informatica, la nascita di nuovi modelli di calcolo ha portato alla realizzazione di modelli tridimensionali facilmente modificabili a differenza dei plastici anche se questi ultimi risultano ancora oggi utilizzati per la presentazione dei progetti.
A livello didattco (il mio livello) il supporto del 3D aiuta noi studenti durante tutte le fasi della progettazione aiutandoci a renderci conto delle proporzioni e dell'effetto "scenico" del progetto, il plastico ha la stessa funzione ma nn si riesce mai a scendere alla stessa scala di dettaglio di un modello informatico. La tecnologia avanza e noi o ci adattiamo al cambiamento o restiamo indietro!

Il 3D "Non è di per sé garanzia di buona architettura, ma fornisce una possibilità di dialogo con clienti e i collaboratori che Michelangelo non aveva. In ogni caso per il lavoro di progettazione degli architetti si tratta della più importante conquista scientifica dopo l'invenzione della prospettiva."(1)

Non deve essere necessariamente una alternativa, ma un ulteriore e diverso modo di rappresentazione!

(1) Antonino Saggio, dalla terra al cad.

domenica 14 marzo 2010

_RifleSSioni_ La via dei simboli

L'architettura è "Arte" e come tale è la rappresentazione di una idea e di una filosofia che interpreta i segnali che il mondo "contemporaneo" fornisce.
L'arte è di per sè segno e simbolo di un mondo ed è stata di volta in volta al servizio della spiritualità, delle esigenze dell'uomo e/o del potere.
Il simbolo è diventato strumento di comunicazione sia spaziale che architettonica.
"La via dei simboli" , dalla cattedrale gotica al Guggenheim museum, dall'architettura simbolica a quella di avanguardia (architettura di informazione).
Con il Guggenheim di Gehry rinasce la possibilità di fare architettura sia simbolica sia rappresentativa sia monumentale.

[...]La sua architettura forma e conforma l'ambiente come la cattedrale gotica che interessava attività e formava con le sue diverse strutture e piazza principale, quella adiacente al mercato, gli edifici, le zone per le manifestazioni e gli eventi. Ma se questa lettura può apparire forzata, gehry nella manipolazione dei volumi non lascia dubbi. A partire da un atrio centrale che spinge il visitatore a guardare all'insù e strabiliarsi come una volta si faceva con le ogive e le vetrate, innesta un grande corpo oblungo lungo più di 100m. E' la navata che si insinua sotto il ponte e al di là di questo si alza un volume apparentemente arbitrario. Una specie di scultura altissima a forma di forcella aperta [...]. (1)

Ritengo a questo punto importante riportare la citazione di Frank LIyod wright "A noi non interessano i monumenti". I monumenti infatti simboleggiano esclusivamente la potenza di uno stato, il comando, la gerarchia, il simbolismo architettonico è ben diverso e deve coniugare funzionalità paesaggio e forma, l'edificio architettonico è una "macchina" innovativa, carica di simbologie e quindi comunicativa.



machina amniotica - new york berlin - installation 2oo6 -for V-Art video art festival Italy 2oo7

[...]L'assemblaggio delle immagini, in gran parte tratte da materiale d'epoca, è tale da far risaltare i limiti della percezione, che non può focalizzarsi su una pluralità di eventi visivi proposti contemporaneamente. E proprio la crisi della percezione, bombardata da una quantità d'informazioni d'ogni genere nella società contemporanea, e rispecchiata dalla trasformazione della città in metropoli, a sua volta caratterizzata dal cambiamento nella composizione architettonica[...]. (2)

Non ho ritenuto necessario riassumere o commentare nel vero senso l'articolo, ma riflettere su quelle che per me sono state le parti più significative che meglio spiegano la concezione di "simbolo" in architettura ed ho pensato di aggiungere il video per stimolare una nuova riflessione. Quanto il simbolo può superare le limitazioni, imposte da una concezione antica di questo, per diventare mezzo di innovazione e comunicazione?

A mio avviso ad esempio il simbolo può servire a catturare per un momento l'attenzione dell'uomo, altrimenti frastornato dalla molteplicità di percezioni della metropoli moderna, e a fargli recuperare una dimensione più meditativa e meno frenetica.

(1) La via dei simboli, Antonino Saggio.
(2) Ignazio sanna - tratto da UnicaNews -- bimestrale dell'università di Cagliari -- anno 6 n°32 -- gennaio 2006